UNA
STRANA IDEA
MOLTO DIFFUSA |
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SCHEMA DELLA PERFORMANCE Domenica mattina. La gente passeggia per le strade, c’è magari un mercatino delle pulci, oppure si ritrova in piazza dopo la fine della messa. Dalle trombe di un megafono montato su un’auto improvvisamente si sente diffondere una musica allegra e familiare. La gente ha un attimo di sorpresa e si chiede cosa sta per succedere. Dopo una decina di secondi cominciano a uscire da dietro l’auto degli strani personaggi, che muovendosi al ritmo della musica vanno a sistemarsi in vari punti dello spazio, dove svolgono attività assolutamente quotidiane e che, in questo contesto, risultano assai buffe: un barbiere insapona il viso del suo cliente che si agita sotto il lenzuolo; una cantante country con la sua chitarra inizia a intonare melodie nostalgiche, sperando che qualcuno metta delle monetine nella custodia aperta del suo strumento; una ragazza civettuola fa la ritrosa con un uomo che, con i fiori in mano, implora la sua attenzione; altri due compaiono con una tavola apparecchiata dove iniziano a consumare un banchetto. La gente sorride e commenta divertita, le mamme spiegano ai bambini cosa stanno facendo quei signori.
Dopo meno di un minuto la musica s’interrompe. I personaggi si guardano attorno sbalorditi. Al posto della musica, dalle trombe ora si diffonde il fischio assordante di una sirena (è una registrazione di quella che a Belgrado ha segnato l’inizio dei bombardamenti Nato, ma è purtroppo adatta a molti altri casi). I personaggi sono colti dal terrore e buttano per aria tutti i loro oggetti. Cominciano così a correre all’impazzata qua e là, tentando di fuggire, ma senza sapere dove: s’inciampano, cadono, si rialzano, si bloccano di colpo, finché non convergono tutti al centro dello spazio. Simultaneamente crollano a terra, ammucchiati uno sull’altro, ormai corpi senza vita tra gli oggetti che appartenevano loro: i piatti si sono rotti, i tavoli rovesciati, le suppellettili cosparse per terra.
A questo punto compaiono due figure di militari dall’aspetto sinistro, con il volto coperto dalla maschera antigas e che trascinano un grande telo nero. Con questo telo coprono il mucchio dei corpi, restando poi spavaldi e ieratici a guardarsi intorno. Dopo un minuto la sirena sfuma e i due soldati se ne vanno, lasciando il macabro mucchio coperto e abbandonato.
Dalle trombe ora si sente una voce umana che pare provenire dall’oltretomba e che dice una poesia di Ungaretti Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro. Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto. Ma nel cuore nessuna croce manca. È il mio cuore il paese più straziato. La poesia termina, i personaggi tornano attori che escono dal telo e raccolgono le cose utilizzate per riporle sull’auto, senza prestare nessuna attenzione alle reazioni degli astanti. È a questo punto che altre persone del gruppo distribuiscono tra gli spettatori improvvisati un pieghevole che riporta una domanda provocatoria: “Come spiegare ai morti una strana idea molto diffusa che questa guerra serve alla pace?”. All’interno del volantino è riprodotto un particolare di Guernica di Picasso, sul quale è trascritto il testo della poesia di Ungaretti.
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